I conigli possono ammalarsi a causa di tre ceppi virali tanto contagiosi da arrecare morte a quasi il 100% dei soggetti colpiti. Ecco perché è importante vaccinarli.
In questo articolo vediamo per quali malattie nel coniglio domestico è necessario vaccinare, quando bisogna farlo e con che frequenza.
Vaccinazione del coniglio nano.
Le malattie a cui i conigli possono andare incontro, sono fortemente legate all’ambiente che li ospita e alle loro condizioni di vita.
Agenti microbici, (batteri, virus, micosi e parassiti) ma anche fattori debilitanti come il momento riproduttivo dell’animale (produttivo se si parla di allevamenti) scarsa igiene o areazione degli ambienti o malattie latenti, sono le cause predisponenti.
I conigli, possono essere colpiti da malattie virali, tanto gravi da non lasciare scampo all’animale che in caso di malattia, potrebbe arrivare a morte in pochissimo tempo.
Le malattie di cui sto parlando sono:
- la Malattia Emorragica Virale (MEV – RHDV ),
- la Malattia Emorragica Virale (MEV – RHDV ceppo 2)
- la Mixomatosi.
Sono le patologie per cui è tanto importante effettuare la giusta prevenzione attraverso un corretto piano vaccinale.
In gruppi di conigli, come nel caso di allevamenti (anche rurali) o tra i conigli selvatici queste malattie possono essere devastanti.
La mortalità arriva al 100%.
Pensa che il virus della Mixomatosi è stato utilizzato per “disinfestare” le zone in cui erano troppo alte le concentrazioni di animali nelle campagne.
Inoltre non è stato ancora scoperto un valido protocollo terapeutico e medicine efficaci.
Ecco perché è così importante prevenire l’infezione non solo in caso di allevamenti (di qualunque dimensione), ma anche se il coniglio vive in casa da solo.
L’infezione infatti può essere trasmessa anche da parassiti esterni.
Malattia Emorragica Virale: MHV-RHDV e RHDV2
La Malattia Emorragica Virale è dovuta ad un calicivirus.
Anche questo è particolarmente infettivo con una percentuale di mortalità che arriva al 100%.
La forma dovuta al virus RHDV ha una particolarità: se colpisce i cuccioli, questi non manifestano sintomi, in quanto paiono resistenti fino ai 2-3 mesi di età.
Dopo questo periodo però tornano sensibili.
Se dovessero essere infettati nel periodo di resistenza, la loro immunità rimane per lungo tempo.
Nell’adulto non vaccinato invece provoca una epatite virale letale.
Ha diverse varianti genetiche che riescono ad essere tenute sotto controllo da uno stesso vaccino.
La malattia fu scoperta nell’ ‘84 in Cina.
Conigli angora infetti importati dalla Germania, diffusero la malattia in meno di nove mesi, in un’area di 50.000 km quadrati provocando uno sterminio di mezzo milione di animali.
Nel 1986 raggiunge l’Europa, dove si diffonde in modo irreversibile.
Nel 1995 in Australia venne l’agghiacciante idea di utilizzare il virus come mezzo per la lotta biologica contro i conigli che avevano invaso il continente.
A tale scopo fu introdotto in via sperimentale in una piccola isola.
La situazione, ovviamente fu subito fuori controllo in tutta l’Australia, sterminando 10 milioni di conigli in sole otto settimane.
Nel 1998 è in Messico e nel 2000 arriva negli Stati Uniti.
Attualmente è una delle malattie più terribili e da temere per il coniglio,
non manifestando sintomi chiari e avendo un esordio subdolo.
Nel 2010 però la malattia comincia a manifestarsi in modo differente, colpendo e manifestando sintomi anche nei cuccioli e in soggetti già vaccinati.
Viene scoperto quindi che è presente un nuovo virus, che non riesce ad essere tenuto sotto controllo dal vaccino utilizzato fino a quel momento, è il virus RHDV2.
La malattia ha un decorso per lo più iperacuto.
L’incubazione di 1 – 3 giorni, con un tasso di mortalità altissimo. La morte sopraggiunge nel giro di 12- 36 ore, dalla comparsa di una febbre molto alta, oltre i 40°C.
Colpisce i conigli al di sopra dei 30-50gg di età .
Di poco più lunga la sopravvivenza nelle forme subacute ed anche quelle del nuovo ceppo virale, portano ad esito nel giro di pochi giorni.
Trasmissione della MEV (Malattia Emorragica Virale) nel coniglio nano.
Il virus RHDV e variante 2 è particolarmente resistente nell’ambiente, sia alle basse che alte temperature.
E’ invece la candeggina che può inattivarlo.
La trasmissione può avvenire:
- contatto diretto tra animali infetti attraverso la saliva, lacrime, urina o sperma ;
- insetti vettori: ematofagi (zanzare, pulci) ma anche attraverso le mosche;
- contatto con materiale contaminato (anche vestiti, tessuti, acqua, cibo che ne sono venuti in contatto),
- animali che eliminano il virus tramite le feci (uccelli, mammiferi, insetti che si sono cibati di carcasse infette).
Vaccino per conigli contro la MEV
Dopo la scoperta del nuovo ceppo virale si è corsi ai ripari trovando il relativo vaccino, che quindi deve essere integrato nel piano vaccinale del tuo coniglio domestico.
L’Italia tutta è considerata zona endemica ed è praticamente impossibile tenerla sotto controllo se non con una profilassi vaccinale studiata ad hoc.
E’ da sottolineare inoltre che oggi è la forma RHDV2, quella maggiormente presente.
Ciononostante è sempre indicato effettuare il vaccino bivalente che quindi copre entrambi i ceppi virali.
I vaccini per la MEV hanno dato ottimi risultati, con coperture pressoché immediate, se effettuati a 3-4 settimane di età con richiamo dopo un mese circa e poi cadenza semestrale ma la necessità del richiamo, dipende dal vaccino utilizzato e dalle indicazioni della casa produttrice, sono quindi da considerare indicative in base al prodotto.
Mixomatosi del coniglio domestico.
La Mixomatosi è una terribile malattia virale che colpisce sia il coniglio domestico (nano, ariete, testa di leone, tutti i conigli da compagnia insomma) che il coniglio selvatico.
Il virus che la provoca è un Poxvirus, che è particolarmente diffuso soprattutto nelle zone del nord Italia, tutto l’anno.
Il centro e il sud paiono essere meno colpiti, ma sono comunque zone di infezione.
La malattia si manifesta con tumefazioni nelle zone senza pelo, che evolvono in ulcere necrotiche soprattutto nella regione intorno agli occhi, dopo 3-5 giorni dall’infezione.
La caratteristica facies leonina, cioè il gonfiore diffuso della faccia del coniglio, segna la fase terminale della malattia.
Il tempo medio di sopravvivenza varia, a seconda della virulenza del ceppo infettante, dai 12 ai 40 giorni, con un tasso di mortalità che arriva al 99%.
Esiste anche una forma respiratoria, meno virulenta, definita atipica, ma che è meno frequente nei conigli domestici e si riscontra più spesso negli allevamenti, dove le condizioni ambientali sono più stressanti per gli animali (ambienti sovraffollati e mal areati).
Trasmissione della Mixomatosi coniglio – altri animali, uomo.
E’ bene precisare che la malattia non è contagiosa per altre specie (uomo compreso) ma è altamente infettiva tra i conigli.
Essi infatti possono essere contagiati dal virus attraverso:
- il contatto con altri conigli malati,
- con materiale biologico degli stessi (sangue, urine, scolo oculo-congiuntivale e essudato derivante dalle ulcere),
- attraverso la puntura di insetti ematofagi (pulci, acari, zanzare, zecche),
- contatto con ambiente contaminato (gabbie, mezzi di trasporto, ambiente).
Vaccino mixomatosi del coniglio nano: quando vaccinare?
Il piano vaccinale è necessario, come abbiamo visto.
I cuccioli vanno vaccinati, ma non prima della 3° settimane di età.
Prima, infatti sono ancora presenti gli anticorpi trasmessi dalla mamma, che possono inattivare il vaccino.
Il sistema immunitario a quell’età, inoltre non è in grado di produrre anticorpi efficaci.
Esistono vaccini che consentono una copertura semestrale, da utilizzare in combinazione con gli altri vaccini di cui parlerò più sotto nel testo.
E’ da ricordare che il Regolamento di Polizia Veterinaria, obbliga a denunciare la presenza di soggetti malati, con necessità di soppressione dell’animale.
Piani vaccinali per i conigli domestici (compresi piccoli allevamenti rurali): cosa dicono le linee guida.
Rubo l’ottimo schema della collega Marta Avanzi che ringrazio.
I nomi dei vaccini non aiutano la comprensione, come poi ben vedere nello schema qui sopra riportato.
Non esiste un vaccino unico che possa coprire tutte e tre le malattie con una sola iniezione.
E’ necessario quindi riuscire a trovare una combinazione ottimale, a seconda della condizione di vita del tuo coniglio, se vive in casa, oppure è presente in un piccolo allevamento rurale o semplicemente vive fuori in un ambiente per lui ideale ma più sottoposto a possibili contaminazioni.
In linea di massima bisogna sapere che è necessario avere una copertura contro:
- MEV: la prima vaccinazione a circa un mese di età, dopo lo svezzamento, se nati da madri vaccinate, seguita da un richiamo dopo almeno 3-4 settimane (a seconda del vaccino utilizzato, potrebbe non essere necessario)
In seguito, rivaccinazione semestrale o annua a seconda delle indicazioni del vaccino utilizzato. - Myxomatosi: la prima vaccinazione a circa un mese di età, dopo lo svezzamento, seguita da rivaccinazione
in tarda primavera-inizio estate (in funzione del picco epidemico che si registra tra luglio e ottobre).
Sarà possibile quindi, in base alla decisione del tuo medico avere combinazioni che possano portare alla copertura delle tre malattie.
Noi utilizziamo una combinazione di vaccini che implichi il minor numero di somministrazioni possibili, proprio per ridurre al minimo lo stress che tale intervento, inevitabilmente comporta per il piccolo.
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