L’estate è una stagione stupenda, ma è anche il periodo in cui si deve fare maggiore attenzione a molte parassitosi, sia del cane che nel gatto.
In un articolo precedente ho cercato di dare le indicazioni sulle più corrette formulazioni di antiparassitari, da utilizzare sempre su consiglio del tuo medico veterinario.
Oggi vorrei soffermarmi su una patologia che, in realtà è tanto diffusa quanto semplice da prevenire.
Ma attenzione ho parlato di PREVENZIONE, dunque qualcosa che dovrai fare per non far ammalare il tuo cane, ma anche gatto e furetto.
Ma andiamo con ordine e vediamo di cosa si tratta.
Filaria nel cane
Cos’è la filaria?
La filaria (Dirofilaria Immitis per essere precisini…) è un parassita che, attraverso la puntura delle zanzare, si immette nel circolo sanguigno dell’animale, allo stadio larvale.
E per farti capire da adulta cosa può fare ti metto il video di un cuore di cane che è morto per questa malattia parassitaria.
All’interno dell’organismo, subisce diverse mutazioni fino a diventare parassita adulto, (un verme) e diventare infettante, in quanto produce altre larve.
Queste, possono venire assunte da altre zanzare, che pungono il cane e a loro volta chiudono il ciclo.
Il problema più grave è dato dal fatto che le forme adulte, incominciano a migrare all’interno del circolo per andare a depositarsi, in particolare nel polmone e cuore.
Una larva impiega molto tempo per arrivare ad essere adulta: nel cane circa 6-7 mesi per poi vivere diversi anni e dunque rimanere infettante per lungo tempo.
Nel gatto invece, solo pochi esemplari riescono a sopravvivere in circolo e anche quando riescono a diventare adulti muoiono più velocemente.
Gli adulti delle filarie, sono vermi che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli: i maschi fino a 17 cm mentre le femmine arrivano a 30 cm !!
Puoi ben capire quindi che, se riesce a raggiungere il cuore, anche un solo parassita di quelle dimensioni può fare danni davvero gravi, soprattutto in un animale piccolo come il gatto (o un cane di piccola taglia, peggio ancora nel furetto).
In questi soggetti poi si possono anche avere casi di ostruzione dei vasi sanguigni, a causa di trombi (coaguli di sangue) che si possono formare nel tragitto che li porta al cuore.
Filaria: un problema di tutti i carnivori.
E’ errore comune pensare che la filaria sia parassita che infesta solo il cane.
Beh nulla di più sbagliato.
Se è pur vero che è il cane, il carnivoro maggiormente colpito, è però altrettanto reale la possibilità di infestazione da parte di altri carnivori: gatto e furetto compresi.
La filariosi nel furetto è infatti malattia che può presentarsi soprattutto nelle zone endemiche e alcuni casi sono stati riportati come mortali in soggetti sia maschi che femmine. [2, 3]
La maggior resistenza che il gatto ha dimostrato nel far sviluppare le forme adulte, pare non sia presente nel furetto.
E’ importante quindi sapere che anche questi soggetti devono essere trattati preventivamente al fine di evitare l’infestazione. (Vedi più giù nel testo).
Filaria del cane, gatto (e furetto) come si trasmette.
Essendo una malattia che è trasmessa dal vettore zanzara, è soprattutto il ciclo di questo insetto che influenza l’andamento della malattia.
Sapevi che ne esistono 3500 specie e che di queste 64, sono state segnalate in Italia?
C’erano già 150.000 anni fa e sono quindi state capaci di colonizzare ogni ambiente acquatico, con grandissima capacità adattativa. (Che fortuna eh?)
La loro presenza è legata agli ambienti acquatici e dunque sono soprattutto le zone caldo umide ad essere particolarmente pericolose.
E’ soprattutto l’acqua (stagnante) ad essere necessaria al loro sviluppo, visto che è proprio in questo ambiente che effettuano i loro primi stadi evolutivi: uova, larva, pupa.
Solo nell’ultimo stadio, da adulti volatili, possono vivere in ambiente subaereo.
La grande capacità adattativa consente loro poi di bloccare lo sviluppo, se le condizioni ambientali non ne consentono la sopravvivenza, rendendole praticamente invincibili.
La discriminante per lo sviluppo più o meno veloce delle uova è la temperatura che è:
- sufficiente alla loro sopravvivenza e schiusa verso i 10°- 12°,
- ottimale verso i 18° – 25°. [1]
E’ la zanzara femmina che produce le uova ed è lei che ha bisogno di un pasto di sangue per farlo, è quindi solo lei che punge.
Più sangue assume e più uova riesce a liberare.
Allo stesso modo, durante questo atto, assume le larve delle filarie se punge animali infetti.
Le zone a rischio di filaria in Italia
Nelle due seguenti cartine puoi vedere le zone di maggior infestazione di zanzare (in giallo) e di filaria (in rosa più sotto).
Localizzazione delle zanzare un Italia
L’infestazione da filaria, è diventata un fenomeno pressoché nazionale, a causa della sempre maggiore presenza del vettore in praticamente tutta la penisola.
La maggior incidenza di soggetti affetti da malattia, con aumento degli spostamenti da un luogo all’altro ha poi fatto il resto.
C’è da dire, inoltre, che diversi studi hanno messo in evidenza la non totale consapevolezza da parte dei proprietari che spesso, non fanno prevenzione.
Uno studio (del 2011 quindi non recentissimo) ha messo in evidenza come quasi la metà dei cani che sono a rischio di infestazione, non sia coperto da una corretta profilassi.
Presenza della filaria in Italia. Fonte Immagini
Vediamo quindi di capire perché la filariosi cardio polmonare è malattia da prevenire con il giusto comportamento.
Filaria nel cane: i sintomi.
I cani affetti da filariosi, possono manifestare una sintomatologia che sarà tanto grave quanto più numerosi sono i parassiti sono presenti nell’organismo.
Partendo dal presupposto che entrano in circolo e si localizzano solo allo stadio terminale a livello del cuore, esse prima parassitizzano soprattutto l’arteria polmonare, potendo creare in questa sede dei trombi anche di dimensioni piuttosto consistenti.
La sintomatologia nel cane, dunque appare gradualmente e si manifesta con:
- tosse cronica,
- da moderata a grave difficoltà respiratoria (dispnea) che riconosci in quanto il cane respira frequentemente a bocca aperta anche quando apparentemente non sarebbe necessario e “sbanfa”,
- debolezza,
- intolleranza allo sforzo,
- svenimenti se il cane si eccita (o fa le feste),
- dimagramento,
- perdita di condizione fisica.
Se la situazione non viene riconosciuta i parassiti cominciano ad arrivare al cuore e crescere di dimensione e numero.
Si manifesta la così detta sindrome della vena cava in cui i parassiti, arrivati al cuore destro, risalgono nell’atrio destro e invadono anche la vena cava appunto.
Si possono poi manifestare sindromi acute, qualora un parassita, muoia e provochi dei trombi a livello circolatorio, oppure polmonare o peggio a livello cardiaco.
Tale evenienza è comunque sempre possibile, qualora siano presenti parassiti adulti in circolo.
In queste situazioni, il paziente può andare incontro anche a morte, soprattutto nei cani di piccola taglia e nel gatto proprio per le piccole dimensioni dei vasi coinvolti, rispetto alla grande dimensione che può raggiungere il parassita.
La malattia però potrebbe essere presente anche senza manifestare alcun sintomo e questo soprattutto se sono pochi i parassiti presenti e da poco tempo, adulti in circolo.
In questo caso solo un esame del sangue è in grado di mettere in evidenza la malattia, un test diagnostico, molto semplice e veloce da eseguire.
I sintomi di filariosi nel gatto (simili anche nel furetto).
Sono poco frequenti, in quanto per lo più l’infestazione rimane confinata a forme larvali che non danno segni. Quando appaiono sono piuttosto gravi:
- anoressia
- letargia
- perdita di peso
- tosse
- aumentata frequenza cardiaca
- vomito
- diarrea
- cecità
- convulsioni
- collassi
- morte improvvisa.
Diagnosi di filaria: il test della filariosi.
Qualora si abbia il sospetto di malattia, oltre ad una visita accurata ed alla solita raccolta dei dati del paziente (in che zona vive, se in casa o fuori anche di notte, trattamenti effettuati con quale cadenza ecc ecc) per avere certezza di essere di fronte ad un soggetto affetto da filaria, si possono effettuare due tipi di test:
- striscio di sangue su vetrino: per mettere in evidenza le microfilarie in circolo.
Questo test, se negativo, non è però sempre risolutivo in quanto, potrebbe non mettere in evidenza la presenza di parassiti in stadio larvale, nonostante gli adulti siano presenti in circolo (ad esempio solo maschi o solo femmine); - test diagnostico : più facile e probante, si effettua con un prelievo di poche gocce di sangue che mettono in evidenza la presenza di antigeni contro il parassita, sempre presenti in caso di infestazione anche di una sola larva.
Questo test dovrebbe essere effettuato ogni anno in primavera in tutti i soggetti che vivono in zone endemiche.
Terapia della filariosi nel cane: quale cura per la filaria?
Una volta che ci si è resi conto della presenza del parassita in circolo è di fondamentale importanza capire dove si trova.
Come puoi infatti ben immaginare, la sua uccisione è si necessaria, al fine di terminare la sua capacità riproduttiva, ma è anche altrettanto pericolosa, in quanto rimane in circolo un corpo estraneo, che deve quindi essere rimosso chirurgicamente.
Inoltre i farmaci adulticidi contro il parassita, sono particolarmente tossici e pericolosi, soprattutto se il paziente è già debilitato per la malattia o per altre patologie concomitanti.
Per il gatto e furetto invece non esiste un farmaco: la terapia contro la filariosi cardiopolmonare quindi non esiste in questa specie.
La cura nel cane, consiste nella somministrazione di un farmaco (purtroppo molto tossico e doloroso) da iniettare due volte a distanza di 50 -60 giorni, nella muscolatura lombare.
Precedentemente però è necessario effettuare una serie di esami di controllo per poter verificare lo stato di salute generale e la localizzazione del parassita, attraverso ecocardiografia e Rx torace.
In seguito è necessaria la rimozione chirurgica dei parassiti adulti onde evitare la formazione di trombi.
Quindi alla domanda: la filariosi del cane, si cura?
La risposta è si, ma con la possibilità di avere gravi effetti collaterali, sia per la presenza del parassita che per l’eventuale conseguenza del parassita adulto in circolo.
L’alternativa è quella di effettuare un trattamento microfilaricida per tutto l’anno, al fine di evitare che l’infestazione aumenti in numero di soggetti adulti presenti in circolo.
Questo soprattutto per le specie in cui non è presente un farmaco adulticida (gatto, furetto) o in cui il trattamento, non possa essere sopportato dal paziente.
Ecco perché è così importante effettuare la corretta profilassi preventiva.
La prevenzione della filaria nel cane, gatto e furetto.
La prevenzione deve essere effettuata attraverso il raggiungimento di due obiettivi principali:
- la riduzione della possibilità di puntura da parte del vettore (la zanzara),
- l’eliminazione delle larve che potrebbero essere state comunque iniettate.
In due parole la prevenzione più efficace è quella REPELLENTE (dalle zanzare) ed ABBATTENTE (delle microfilarie)
Come allontanare le zanzare?
Questo obiettivo è difficile da raggiungere esattamente come per noi. Si possono effettuare accorgimenti sia ambientali che direttamente sul paziente.
A livello ambientale si dovrà:
- utilizzare antiparassitari ambientali, atti alla riduzione e controllo delle forme larvali e uova delle zanzare. A tal fine è importante ricordare che l’acqua stagnante è il serbatoio più importante di uova e larve di zanzare, quindi sui balconi evitare di lasciare acqua nei sottovasi, oppure ricordarsi di cambiarla ogni giorno quando le temperature sono elevate.
Anche i depositi di compost sono spesso infestati, per cui trattarli o coprirli con zanzariere fitte. - Utilizzare zanzariere alle finestre o nei luoghi dove dormono gli animali;
- evitare di lasciare gli animali negli ambienti e nelle ore in cui è più probabile che vengano punti: nelle ore notturne e la mattina presto.
Prevenzione contro la puntura delle zanzare sul cane: azione efficace anche contro le microfilarie?
Esistono diverse soluzioni.
Abbiamo fatto un articolo proprio sulle considerazioni da fare circa le migliori formulazioni da utilizzare in base al caso, lo puoi leggere da qui. Appositamente non abbiamo dato indicazioni circa i prodotti da utilizzare.
Qui, ti daremo invece le nostre preferenze.
In questo modo sarai in grado di valutare insieme al tuo medico di fiducia la soluzione più adatta alle esigenze del tuo animale. Quindi: no al fai da te, mi raccomando!
Le formulazioni presenti sul mercato sono:
- spot on (con effetto sia repellente che abbattente)
- spray (solo repellente)
- collare (solo repellente)
- pastiglie (solo abbattente)
- iniezione annuale (solo abbattente).
Ovviamente bisogna fare anche i conti con i principi attivi presenti all’interno delle formulazioni che non sono scevre da effetti collaterali e devono essere valutati, non solo da specie a specie, ma anche da razza e soggetto.
Qui parliamo della indicazione sul soggetto specifico.
Tabella tratta da ESCCAP: linee guida per la prevenzione delle malattie trasmesse da vettori
Trattamento preventivo contro la filaria nel cane.
Se il soggetto è adatto all’utilizzo di collare come potere repellente si possono utilizzare Seresto ® o Scalibor ®.
Efficaci anche contro i pappataci sono una valida soluzione.
In zone di forte infestazione di zanzare, però non sempre riescono a non far pungere l’animale.
E’ possibile quindi, utilizzare in combinazione degli spray naturali (agli oli essenziali ad esempio) da spruzzare soprattutto nelle ore serali se il cane deve uscire.
In alternativa al collare, se ben tollerati dal cane, si possono utilizzare formulazioni spot-on, quali ad esempio:
- Front-line ® Tri-act (Fipronil, Permetrina),
- Advantix ® ( Imidacloprid – Permetrina).
Per i dosaggi e frequenza, è sempre meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia.
In combinazione, per avere anche efficacia abbattente si possono utilizzare trattamenti per bocca:
- Cardoteck ®, (Ivermectina),
- Nextgard-spectra ® (Afoxolaner – Milbemicina ossima),
- Interceptor ® (milbemicina ossima)
- Stronghold ® (selamectina)
Prima di cominciare qualunque trattamento, è sempre bene effettuare il test per la filaria, al fine di verificare l’assenza del parassita in circolo.
Quando cominciare il trattamento contro la filaria?
Il periodo è da valutare in base alla zona di residenza del cane.
Per collare, spot on e pastiglie:
- in zone endemiche, è sempre utile effettuare il trattamento da Aprile a Novembre, soprattutto se la primavera è particolarmente calda. Utile continuare il trattamento anche in autunno inoltrato e se il caldo è persistente (15°/18°) non interrompere il trattamento precocemente.
- in zone meno colpite, il trattamento è consigliato da Maggio. La fine del trattamento dipende dall’andamento stagionale e mai prima di Ottobre.
Per il trattamento con iniezione, non è rilevante il periodo essendo una iniezione annuale.
Trattamento preventivo contro la filaria nel gatto e furetto.
Anche nel gatto e furetto è importante effettuare la prevenzione, in quanto anche in casa è possibile che ci siano zanzare e che quindi la parassitosi possa essere trasmessa, nonostante l’animale possa non avere accesso all’esterno.
In queste specie è fondamentale utilizzare solo farmaci dedicati a loro, in quanto alcuni principi attivi utili per il cane sono tossici per i gatti (Permetrina).
Per il furetto poi è utile che il farmaco sia registrato anche per essere utilizzato su questo piccolo mammifero.
I farmaci da utilizzare sono:
Come dedicati solo al gatto:
- Seresto ®(collare) repellente;
- Stronghold ®(spot-on) abbattente.
Come spot on per il furetto esiste:
- Advocate ® (INN-imidacloprid/moxidectin) registrato sia per il gatto che per il furetto.
In questo piccolo carnivoro, gli spot on sono più facilmente utilizzabili, vista la difficoltà di somministrare pastiglie anche palatabili che difficilmente verrebbero assunte.
Inoltre potrebbero essere utili spray repellenti, nonostante questi siano da utilizzare con attenzione perché l’ingestione, tramite il leccamento potrebbero risultare dannosa in entrambe le specie, vista la loro abitudine al grooming.
Prevenzione della filariosi cardiopolmonare nei cani Collie, Border e incroci (MDR1)
Un paragrafo a parte è necessario per questa razza di cani e loro incroci (ma non soltanto in realtà) noti per essere particolarmente sensibili a diverse classi di farmaci.
Il motivo di ciò risiede nella possibilità di alcuni soggetti di essere portatori di un gene mutato, il famoso MDR1 (Multi Drug Resistant).
Quando dei farmaci entrano nell’organismo, arrivano in circolo e vengono trasportati in tutti i distretti, compreso a livello del sistema nervoso centrale.
Qui però, entrano solo molecole che possono farlo, cioè che riescono a sorpassare una barriera definita emato-encefalica, un vero e proprio filtro che non consente alla maggioranza dei farmaci di arrivare direttamente al cervello, danneggiandolo.
Alcune sostanze possono passare all’interno, perché molto piccole, altre perché riescono a legarsi con altre molecole (lipofilia) altre ancora perché in prossimità della barriera, mutano la loro composizione (ionizzazione).
Il trasporto all’interno delle cellule nervose di alcuni farmaci è invece regolato da una proteina, chiamata glicoproteina-P, prodotta da un gene: il famoso MDR1.
Alcuni cani, hanno subito una mutazione di questo gene, che non consente una corretta funzionalità di tale proteina che quindi non riesce più a regolare la giusta quantità di farmaco nelle cellule, rendendo quindi il suo utilizzo neuro-tossico.
Razze con possibili mutazioni sono:
- Collie,
- Border Collie
- Bobtail
- Cane da Pastore inglese
- Pastore delle Shetland,
- Pastore Australiano,
- Pastore Tedesco,
- Pastore Svizzero Bianco,
- Whippet a pelo lungo,
- Silken Windhounds,
- Borzoi,
- Meticci con incroci di queste razze.
Esiste la possibilità di effettuare un test genetico, per mettere in evidenza la presenza della mutazione e la gravità della stessa.
Sono infatti tre i possibili risultati:
- assenza di mutazione genica (il cane può assumere normalmente i farmaci),
- presenza di un solo allele con mutazione (eterozigoti) in cui gli effetti dei farmaci sono neuro-tossici ma non mortali,
- presenza di entrambi gli alleli con mutazione (omozigoti) per cui gli effetti dei farmaci sono probabilmente letali.
Molti dei farmaci che possono avere effetti collaterali anche gravi su questi soggetti sono anestetici, ma anche antibiotici, antiparassitari, antimicotici, entiemetici, antiacidi, steroidi e molti altri.
Ecco perché sarebbe sempre utile essere al corrente del fatto che il proprio cane sia o meno affetto da tale mutazione.
L’immagine è tratta da Antegene
Trattamento preventivo di soggetti portatori di anomalia congenita MDR1 per la filaria.
Ivermectina
- La dose consigliata di 6 microgrammi/chilo per la prevenzione delle parassitosi cardio-polmonari è considerata sicura negli eterozigoti (cioè quelli con rischio inferiore);
- quella di 300-600 microgrammi/chilo (indicata per il trattamento antiparassitario) risulta neurotossica per i soggetti omozigoti e potenzialmente tossica negli eterozigoti.[5]
Selamectina, milbemicina, moxidectina
- Sono considerate sicure se somministrati come profilassi.
- Ad un dosaggio 10-20 volte superiore a quello raccomandato inducono tossicità neurologica.
In conclusione quindi possiamo dire che la prima cosa da fare se si possiede un cane che potrebbe aver subito tale mutazione genica è quello di fare il test.
Se risulta positivo si dovrebbero evitare farmaci come l’Ivermectina, nonostante il loro utilizzo a livello di prevenzione dalla parassitosi sia risultato sicuro.
Farmaci come il Nexgard-Spectra e Interceptor possono essere utilizzati rispettando rigorosamente le dosi consigliate.
Bene, per oggi è tutto (e non è stato poco).
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Alla prossima!