Cane anziano: gestione e comprensione dei problemi

An old happy dog is smiling while being touched. Close up.

Per quanto i nostri animali domestici vivano sempre meno rispetto a noi, negli ultimi anni la loro vita si è, fortunatamente, decisamente allungata. Questo grazie alla miglior qualità dei servizi veterinari offerti e alla maggior consapevolezza dei proprietari alle loro esigenze.
In questo articolo cerchiamo di comprendere quali siano le esigenze di un cane anziano e come migliorare la sua qualità di vita, grazie a controlli regolari e corretto stile di vita.

Quando definire un cane “anziano”

L’American Animal Hospital Association ha dato una definizione di soggetto anziano, che varia al variare del peso, razza e taglia del cane.

In generale, invecchiano prima i cani di taglia grande e gigante, rispetto a quelli di taglia piccola o media.

Nonostante non si possa generalizzare, per convenzione viene considerato anziano un cane a partire dai:

  • 11 anni – cani del peso tra gli 0 e i 9 kg
  • 10 anni – cani del peso tra i 10 e i 22 kg
  • 8 anni – cani dal peso tra i 23 e 40 kg
  • 7 anni – cani del peso superiore ai 40 kg

Pare importante comprendere quando inizia il periodo della senescenza, in quanto si hanno diverse modificazioni fisiologiche che rendono il cane più vulnerabile.

Inoltre, ci possono essere dei segni di senescenza del tutto naturali ma che non debbono poi essere confusi con atteggiamenti che stanno a indicare un problema, come il dolore articolare, ad esempio.

Cosa è normale in un cane anziano?

Generalmente si considerano normali condizioni, del tutto sovrapponibili a quelle che si presentano nell’uomo queste condizioni:

  • minor stimolo a bere e mangiare – il ritmo metabolico si abbassa e così la richiesta energetica
  • tendenza al sovrappeso – proprio per il minor consumo energetico, l’organismo tende ad accumulare più che a bruciare
  • minor capacità di termoregolazione – i cani anziani possono soffrire di più sia le alte che le basse temperature (in particolare i brachicefali come i Bouledogue Francesi e carlini)
  • minor capacità di metabolizzare e smaltire i farmaci – ecco perché, è necessaria una maggior accortezza durante l’anestesia in questi pazienti
  • minor idratazione del pelo e della cute – per una minor resistenza cutanea
  • deterioramento del sistema nervoso – minor capacità uditiva, visiva e cognitiva
  • ridotta funzionalità degli organi (fegato e reni) – non consentono una efficiente metabolizzazione di proteine e grassi che dovranno essere somministrati di miglior qualità, soprattutto nella dieta
  • maggior accumulo di tartaro – con conseguente accumulo di batteri nell’apparato gastroenterico
  • minor capacità muscolare – anche della muscolatura liscia con conseguente maggior possibilità di vomito e rigurgito gastrico.

Cosa posso fare per migliorare la vita del mio cane senior? I controlli.

Considerando le modificazioni fisiologiche del suo organismo sarà essenziale affrontare il problema dei controlli agli organi del tuo cane con maggior frequenza e costanza.

Certamente il tuo veterinario sarà in grado di affrontare il corretto protocollo per ridurre i rischi dei problemi legati alla senescenza.

Le patologie che più frequentemente possono colpire il cane anziano sono:

  • patologie oncologiche
  • disfunzioni cardiache
  • insufficienza renale
  • malattie autoimmuni
  • disturbi del comportamento.

In particolare sarà bene:

  • effettuare controlli del sangue e urine regolari (almeno una volta all’anno) – al fine di intercettare segni patologici in soggetti apparentemente sani
  • eseguire controlli regolari del cuore – con elettrocardiogramma ed ecocardiografia, per porre in evidenza eventuali piccoli scompensi che, senza questi approfondimenti non darebbero segni esterni
  • migliorare la qualità delle fonti alimentari – per compensare la ridotta capacità metabolica degli organi dell’apparato gastroenterico
  • porre maggior attenzione a segni di disagio – osservare il cane e rimanergli più vicino per compensare le eventuali modificazioni di udito e vista che potrebbero metterlo in difficoltà.

Non sottovalutare cambiamenti di comportamento – dire “tanto è vecchio” non significa curarlo, ma lasciare che soffra senza porvi rimedio.

Questo aspetto è particolarmente importante e ci deve far riflettere sulla loro impossibilità di esprimere la sofferenza con le parole. In realtà, gli animali mostrano il loro disagio con atteggiamenti particolari e significativi che, se ignorati però, rimangono incompresi.

Gestione e prevenzione nel cane anziano

In particolare è il dolore articolare quello che più di frequente colpisce il paziente anziano che dovrà essere riconosciuto per tempo al fine di porvi rimedio con metodi che saranno integrati tra metodi farmacologici, di arricchimento ambientale e strumentali, a seconda delle necessità e gravità della situazione.

Disturbi comportamentali del cane anziano

Un altro aspetto da non sottovalutare è il disturbo comportamentale nei soggetti con età avanzata, segni che non devono essere trascurati. Tra questi troviamo:

  • essere disorientato – se non vedono bene o non riconoscono il loro ambiente
  • non tornare al richiamo – se hanno perso gran parte dell’udito
  • camminare rasenti ai muri – se hanno perso la vista
  • soffrire la solitudine più del solito – distruggono casa o piangono o abbaiano molto se lasciati soli
  • incapacità di interagire come prima 
  • ribaltamento del ciclo sonno-veglia

sono tutti segni che dovrebbero farci pensare a un disturbo non fisiologico legato alla senescenza e che quindi va indagato per renderlo meno invalidante per il nostro cane.

Prevenzione dei disturbi comportamentali legati alla senescenza.

Come per le persone, è possibile cercare di prevenire i disturbi legati alla senescenza, anche nota come sindrome della disfunziona cognitiva, del tutto simile alla malattia di Alzheimer nell’uomo.

Un corretto stile di vita aiuta molto:

  • attività fisica costante – compatibilmente con le capacità motorie e di resistenza del cane
  • alimentazione sana e con buone fonti proteiche e lipidiche – per ridurre il carico al fegato, meno capace di smaltire tossine e di metabolizzare proteine e grassi
  • esercizio mentale – continuare a stimolare il cane con giochi di attivazione mentale
  • contatto con le persone – per consentire il continuo stimolo sensoriale
  • mantenerlo libero dal dolore – un soggetto non sofferente avrà la possibilità di concentrarsi maggiormente su ciò che fa più che su ciò che sente.

In conclusione possiamo dire che i cani di taglia più grande invecchiano prima rispetto a quelli di taglia piccola.

In questi soggetti è molto importante effettuare controlli regolari al fine di riconoscere per tempo patologie degenerative che, se diagnosticate quando ancora non hanno mostrato segni, possono essere rallentate nella loro avanzata.

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